“…venne nel Piano di Sorrento il Rev.do Padre Jacopo Anello Pollio della Compagnia di Gesù et vedendo che in detta Parochia si viveva senza congregazioni mosso da charità fondò et istituì questa Congregazione sotto il titolo della Annuntiatione della Beata Vergine nell’anno del Signore 1608”.
Il brano di sopra è tratto dagli archivi dell’Arciconfraternita della SS. Annunziata che, a distanza di oltre 400 anni dalla sua fondazione, svolge ancora la sua attività nella Parrocchia di San Michele Arcangelo di Piano di Sorrento.
Il sodalizio nasce nel periodo della Controriforma per merito di un padre gesuita, che come si legge nel brano di apertura, giunge in Penisola Sorrentina nei primi anni del diciassettesimo secolo.
Nello stesso periodo nascono in tutta la Penisola Sorrentina altre confraternite o riprendono vigore quelle fondate in secoli precedenti. Questo fermento del mondo confraternale è conseguenza di due cause fondamentali: lo spirito della Controriforma che parte dal Concilio di Trento (terminato nel 1563) e che vede proprio nei Gesuiti un potente mezzo di diffusione e la Bolla papale “Quaecumque a Sede”.
Con questa Bolla del 7 Dicembre 1604, Clemente VIII impose importanti cambiamenti alle istituzioni confraternali. Fu disposto, tra l’altro, che l’erezione di una Confraternita rientrava sotto la giurisdizione degli “ordinari del luogo” e non più dalla Santa Sede che a sua volta delegava localmente i Vescovi o gli Ordini religiosi.
E’ in questo spirito di riforma e rinnovamento che nasce la Confraternita della SS. Annunziata.
Il testo conservato negli archivi del Sodalizio ci narra che il gesuita Jacopo Pollio, dopo aver costatato che nella parrocchia di San Michele Arcangelo non esistevano altre confraternite, fondò ed istituì la nostra Confraternita sotto il titolo dell’ Annunciazione della Beata Vergine.
La circostanza dell’assenza di altre confraternite “attive” all’inizio del 1600 nella nostra Parrocchia è confermata da più parti.
Al tempo stesso esistono notizie, per la verità poche e frammentarie, su altre confraternite estintesi prima della fondazione della Confraternita della SS. Annunziata.
Della Confraternita di Santa Maria della Neve si sa che aveva sede nella Cappella della Santa Madre di Dio posta nell’atrio della Chiesa di San Michele. Il sodalizio fu fondato da Filippo Califano frate servente della religione di San Giovanni Gerosolimitano. Non si conosce però l’anno di fondazione né quando questa confraternita cessò di operare.
Quella che invece si può ritenere l’antenata diretta della SS. Annunziata è la Confraternita di Santa Maria di Monserrato. Questo sodalizio, infatti, aveva sede nello stesso luogo dove oggi sorge la Chiesa della SS. Annunziata. Furono proprio i confratelli di Santa Maria di Monserrato a volere la costruzione della cappella stipulando un atto innanzi il notaio Nicola Romano il 10 agosto 1422.
La Confraternita godeva di lasciti e benefici: nell’ ottobre del 1495 Domenico Pollio lega un rogo, cioè un forno, di quattro tomola di pane da dispensarsi ogni anno nella Chisesa di S. Maria di Monserrato. Così come Longellino Cota con il suo testamento per Notar Nicola de Maio del 20 marzo 1503 istituisce erede la stessa confraternita di S. Maria.
Nulla si sa più su questa confraternita che si estinse nella seconda metà del XVI secolo.
Ma torniamo alla nostra storia: i primi anni di vita della SS. Annunziata furono difficili e travagliati. Nel 1615 il Sac. Girolamo Pisa per rinnovare lo spirito formulò le regole da osservarsi, ma non avendo un proprio luogo dove riunirsi la Confraternita arrivò quasi ad estinguersi.
Il Sodalizio fu allora affidato al Sacerdote Tobia Angelo Cennamo che come prima cosa fece ampliare l’originaria Cappella di Santa Maria di Monserrato da dietro la Chiesa di San Michele.
La Cappella fu quindi assegnata alla Confraternita della SS. Annunziata assumendone il titolo della Protettice. I lavori di trasformazione della Cappella terminarono nel 1627 essendo Prefetto Giovanni Camillo Mastellone.
Si ha notizia che nel 1628, essendosi ritrovata in Vico Equense una miracolosa immagine della Madonna, la Confraternita della SS. Annunziata fu la prima ad essere invitata per poterla venerare.
Il 31 dicembre del 1631 la Confraternita fu invitata dall’Arcivescovo di Sorrento alla processione generale che si mosse da Sorrento sino al monastero dei PP. Cappuccini “per causa del gran fuoco che usciva dal monte Vesuvio ed accionché si fosse placato lo sdegno del Signore”.
Il 24 novembre 1650 la Cappella ed il Sodalizio furono visitate dall’Arcivescovo di Sorrento Mons. Antonio Del Pezzo e successivamente il 20 Luglio 1683 dall’Arcivescovo Mons. Diego Petra che confermò le norme ed i regolamenti.
Per accrescere i benefici e le indulgenze per i propri iscritti, nel 1722 fu presentata una richiesta di aggregazione all’Arciconfraternita del Gonfalone di Roma rilasciando una procura a tal fine al Rev. Ruggiero Cacace. Con decreto di Papa Benedetto XIII del 19 febbraio 1725 la richiesta del Sodalizio carottese fu accolta: il documento originale dell’aggregazione è custodito nell’Archivio del Sodalizio.
Con il sodalizio romano del Gonfalone, il più antico sodalizio eretto come confraternita, oggi purtroppo inattivo, è conservato lo scambio epistolare che, in occasione della celebrazione degli anni santi, si arricchiva di istruzioni su come raggiungere Roma e come alloggiarvi.
Negli archivi del Sodalizio è riportata la notizia della visita dell’Arcivescovo di Sorrento Mons. Ludovico Agnello Anastasio avvenuta il 27 giugno 1730.
Il 30 maggio 1753 lo Statuto fu approvato con Regio Decreto di Carlo III di Borbone e rimase in vigore fino al 1910 quando un altro re, Vittorio Emanule III, ratificò le nuove Regole.
Nel 1763 i Confratelli ottennero da Papa Clemente XIII le indulgenze in perpetuo per le celebrazioni nell’altare privilegiato. Tale privilegio fu esteso da Pio VII con un diploma pontificio che è conservato sotto un’ iscrizione posta nell’ingresso della Chiesa.
Dall’antico statuto della SS.Annunziata si rileva che essa aveva lo scopo di “giovare ai vivi et ai difunti” attraverso l’assistenza ai propri iscritti in caso di malattia, difficoltà economiche o morte. Il Sodalizio provvedeva inoltre a fornire assistenza economica ai poveri e ai più bisognosi.
Dal libretto “per gli ascritti” del 1859 si rilevano gli scopi e le obbligazioni dei confratelli che dovevano tra l’altro confessarsi e comunicarsi ogni prima domenica del mese e in tutte le feste della SS. Vergine e del Signore.
I confratelli dovevano inoltre partecipare a tutte le funzioni a semplice richiesta del Priore. Dovevano pagare ogni mese una cinquina ossia tre carlini all’anno sino alla somma richiesta di ducati 12,50 oppure in una sola volta in vita ducati 9,00. A fronte di questi doveri si aveva diritto a esequie (con carro di prima o seconda classe…), sepoltura, messe e suffragi vari.
Oggi molti degli obblighi previsti sono spariti, ma gli scopi fondamentali del Sodalizio, ispirati a sentimenti di fede e carità, restano vivi nell’animo dei Confratelli.
Oltre alle numerose celebrazioni che si susseguono nel corso dell’anno liturgico sono particolarmente sentiti il Triduo dell’Annunziata, la Processione del Giovedì Santo, il Corpus Domini, e l’Ottavario dei defunti.
L’ultimo Statuto dell’Arciconfraternita, approvato dall’Arcivescovo di Sorrento Mons. Felice Cece nel 1992, prevede che l’amministrazione del Sodalizio sia affidata a un Governo composto da un Priore e da quattro assistenti eletti dai confratelli e dalle consorelle ogni cinque anni.